Il Cimitero Acattolico di Roma è uno di quei cimiteri inseriti negli itinerari turistici e visitati ogni anno da migliaia di viaggiatori.
E’ un vero e proprio museo a cielo aperto, rilassante e pieno di verde, un luogo che racconta la storia; ma soprattutto un luogo di sepoltura di alcuni personaggi importanti, che ancora oggi,a distanza di un secolo, attirano pellegrinaggi.
Costruito per accogliere il riposo eterno di tutti gli stranieri non cattolici residenti a Roma, è diviso in due parti: la parte più antica che si trova alle spalle della Piramide Cestia, una zona verde alberata dove ci sono le tombe del ‘700, e la parte moderna, costruita dalla prima metà del ‘800, è circondata da mura, con grandi alberi e fiori.
Nella parte più antica riposa John Keats, ricordato dai suoi amici con le parole del poeta stesso “Qui giace uno il cui nome fu scritto nell’acqua”.
Davanti la sua tomba una panchina, chiaro invito insito a sedersi e a leggere qualche verso. Nella parte nuova Percy Bysshe Shelley, marito di Mary Shelley, il cui cuore fu rimosso e conservato dalla vedova.
Una delle tombe più amate è quella di Antonio Gramsci.
Nel 1850 William Wetmore, scultore statunitense si trasferì a Roma, realizzò con le sue stesse mani la scultura di un angelo, che scolpì con il dolore dell’anima e con le lacrime agli occhi, dedicata all’amata moglie defunta.
L’Angelo del dolore, come venne chiamato in seguito si trova nel punto più alto del cimitero acattolico.
Sotto l’Angelo del dolore riposano i resti della coppia e del figlio morto a sei anni, William adorava la sua sposa e questo fu il modo per dimostrarle il suo amore.
La scultura venne terminata nel 1894, e divenne così famosa che finì per ispirare numerose repliche soprattutto negli Stati Uniti.
L’Angelo del dolore, in onore di Emelyn Eldrege Story, fu l’ultimo lavoro di William, che morì un anno dopo averlo terminato.
Alessandra Lupi